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News

Impara a ballare

15 marzo
al circolo Lòdola arriva Clou
Un progetto del Coordinamento Donne Acli di Modena

Sabato 15 marzo 2025 il coordinamento Donne Acli Modena presenta Clou, un evento speciale che promette di unire arte, emozione e riflessione. In un’atmosfera intima e coinvolgente, lo spettacolo intreccerà parole e danza per esplorare il tema della dipendenza di genere in tutte le sue sfaccettature: psicologica, affettiva, fisica ed economica.

A cura del collettivo teatrale Eggs e della ballerina Beatrice Balugani, lo spettacolo si svolgerà nello Spazio Lçdola, situato nel cuore del Parco XXII Aprile, l un luogo dedicato alla cultura e alla socialità, nato per ospitare eventi e iniziative con un forte valore comunitario. La serata del 15 marzo rappresenta un’occasione unica per il pubblico modenese di immergersi in un’esperienza artistica che stimola la riflessione su una delle sfide più complesse della società contemporanea.

L’appuntamento è fissato per le ore 21, con ingresso libero.

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1 marzo
L'incontro con L'Arcivescovo di Modena e Nonantola don Erio Castellucci
Al Circolo Acli Saliceta San Giuliano momenti di grande emozione

In occasione della festa di San Geminiano, celebrata il 31 gennaio 2025, l'Arcivescovo di Modena-Nonantola, Erio Castellucci, ha indirizzato una lettera alla città intitolata "Più forte della morte è l'amore". In questo messaggio, l'Arcivescovo riflette sul tema della morte e del morire, sottolineando l'importanza dell'amore e della speranza come forze capaci di superare l'angoscia legata alla fine della vita. ​

Ne abbiamo parlato con l'arcivescovo durante l'intcopntro del 1° marzo al Circolo di Saliceta San Giuliano.

Prendendo spunto dalla rappresentazione della morte di San Geminiano scolpita da Wiligelmo nell'architrave della Porta dei Principi del Duomo di Modena, Castellucci evidenzia come la morte del santo sia stata vissuta in modo sereno e composto, considerata un passaggio naturale verso una nuova nascita, il "dies natalis". Questo approccio contrasta con la percezione moderna della morte, spesso vista come un tabù o un evento traumatico. ​

L'Arcivescovo invita la comunità a non censurare il pensiero della morte, ma a riconoscerne la rilevanza sia personale che sociale. Sottolinea come l'amore possa trasformare l'esperienza del morire, rendendola un momento di profondità e intensità, e come la speranza, radicata nell'amore, possa offrire conforto e significato anche nelle situazioni più difficili. ​1

In conclusione, don Erio esorta a valorizzare le reti di relazione autentiche e le esperienze di accompagnamento nel fine vita, riconoscendo l'importanza dell'amore come forza capace di vincere la morte e alimentare la speranza. ​chiesamodenanonantola.it

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Sbreghi alla costituzione
Il 21 febbraio alla Sala G. Ulivi di Modena la conferenza per fare il punto
con Mauro Sentimenti, Stefano Tassinari e Gianfranco Pasquino

Continuano le iniziative del Comitato modenese per la Costituzione costituitosi lo scorso ottobre nell’ambito della mobilitazione nazionale lanciata da Acli e oltre 200 associazioni laiche e cattoliche per la difesa e attuazione della Costituzione e culminata nella manifestazione del 7 ottobre “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”.
Per mercoledì 21 febbraio è prevista la conferenza “Sbreghi alla Costituzione. Premierato e autonomia regionale differenziata: una democrazia a pezzi”.

L’appuntamento è alle ore 18 presso la sala Giacomo Ulivi in viale Ciro Menotti, 137.

Partecipano Mauro Sentimenti, avvocato, Direttivo nazionale Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Stefano Tassinari presidenza nazionale Acli e Gianfranco Pasquino professore emerito di Scienza Politica Università di Bologna. Coordina Vanni Bulgarelli, presidente Anpi Modena.

Per il Comitato modenese per la Costituzione, i disegni di legge governativi in via di approvazione sull’autonomia regionale differenziata e l’elezione diretta del capo del governo costituiscono un grave rischio per l’unità del Paese, l’uguaglianza tra i cittadini e per la democrazia parlamentare rappresentativa volute dalla Costituzione. Non sono provvedimenti complementari, ma parte di un unico disegno volto a concentrare il potere in poche mani.
Alla centralità del Parlamento, minata dalla perdita di autorevolezza del sistema politico, si vuole rispondere con la falsa idea che l’elezione diretta del capo del governo restituisca potere agli elettori e renda più efficiente la democrazia, semplificandone i meccanismi decisionali. In realtà, la totale delega del potere all’uomo o alla donna soli al comando indebolisce la partecipazione, il confronto e la condivisione delle scelte, che in tale modo divideranno ancora di più un paese già spezzato, frammentato da contrastanti interessi e smarrito, aumentando le tensioni sociali.
L’introduzione in Costituzione del principio elettorale maggioritario accentua inoltre la contrapposizione politica frontale tra schieramenti, schiacciando istanze sociali e di partecipazione civile. In tal modo il Parlamento e la stessa maggioranza di governo saranno costantemente sotto ricatto da parte del Capo del Governo e sarà tradito il ruolo fondamentale di garanzia del Presidente della Repubblica, della Corte Costituzionale e di altri organi costituzionali.
La stabilità dei governi, un più forte vincolo alle scelte degli elettori, una più chiara responsabilità degli eletti, una maggiore efficienza della democrazia parlamentare e un suo profondo rinnovamento sono possibili con norme ordinarie senza stravolgere la Costituzione, ma attuandola pienamente.
Anche l’autonomia regionale differenziata, come attuata dal disegno di legge del Governo costituisce una doppia trappola per i cittadini. Quelli delle regioni più povere e meno dotate di servizi, non avranno le risorse necessarie ad assicurare stessa qualità e quantità dei servizi ora disponibili nelle regioni economicamente e fiscalmente più ricche, approfondendo così le diseguaglianze. A quelli delle regioni più dotate di servizi e infrastrutture non basteranno le risorse trasferite per assicurare livelli già minacciati e sarà più consistente il ricorso alla privatizzazione delle prestazioni.
L’autonomia regionale differenziata proposta dal Governo spacca il Paese, frammenta le comunità, accentua l’iniquità sociale, anche nelle aree oggi più forti. In particolare in settori cruciali come la sanità o l’istruzione, i rischi di ulteriore impoverimento dei diritti sociali sono gravissimi. L’Italia ha bisogno di un regionalismo solidale, di un riequilibrio territoriale assicurato dallo Stato, di una vera responsabilità amministrativa degli enti territoriali, a partire da un rafforzamento di poteri e risorse per i comuni, non di un nuovo centralismo statale o regionale. Inoltre, l’elezione diretta dei presidenti prevista in molte regioni, moltiplica la centralizzazione del potere in poche mani.
L’attacco alla sostanza della Costituzione rivela un più ampio tentativo di riscriverne anche altre parti fondamentali. Questione democratica e questione sociale si legano proprio perché così le ha intrecciate la Costituzione nata dalla Resistenza, grazie all’ampio schieramento di forze politiche, sociali e culturali che l’anno scritta, un pluralismo patrimonio fondamentale per il presente e il futuro del Paese. Per questo la Costituzione innanzitutto va attuata in tutto il Paese e per tutte le cittadine e tutti i cittadini.

Organizzata da

Acli Provinciali di Modena aps, Cgil Modena, Gruppo Genitori AGEDO – Modena,  ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Modena,  Arci Modena,  Modena per la Costituzione - CDC Modena, Legambiente Modena, Libera Modena, Tam Tam di Pace Modena, Unione Universitaria - UDU Modena e Reggio Emilia

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Sbreghi alla costituzione
Il 21 febbraio alla Sala G. Ulivi di Modena la conferenza per fare il punto
con Mauro Sentimenti, Stefano Tassinari e Gianfranco Pasquino

Continuano le iniziative del Comitato modenese per la Costituzione costituitosi lo scorso ottobre nell’ambito della mobilitazione nazionale lanciata da Acli e oltre 200 associazioni laiche e cattoliche per la difesa e attuazione della Costituzione e culminata nella manifestazione del 7 ottobre “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”.
Per mercoledì 21 febbraio è prevista la conferenza “Sbreghi alla Costituzione. Premierato e autonomia regionale differenziata: una democrazia a pezzi”.

L’appuntamento è alle ore 18 presso la sala Giacomo Ulivi in viale Ciro Menotti, 137.

Partecipano Mauro Sentimenti, avvocato, Direttivo nazionale Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Stefano Tassinari presidenza nazionale Acli e Gianfranco Pasquino professore emerito di Scienza Politica Università di Bologna. Coordina Vanni Bulgarelli, presidente Anpi Modena.

Per il Comitato modenese per la Costituzione, i disegni di legge governativi in via di approvazione sull’autonomia regionale differenziata e l’elezione diretta del capo del governo costituiscono un grave rischio per l’unità del Paese, l’uguaglianza tra i cittadini e per la democrazia parlamentare rappresentativa volute dalla Costituzione. Non sono provvedimenti complementari, ma parte di un unico disegno volto a concentrare il potere in poche mani.
Alla centralità del Parlamento, minata dalla perdita di autorevolezza del sistema politico, si vuole rispondere con la falsa idea che l’elezione diretta del capo del governo restituisca potere agli elettori e renda più efficiente la democrazia, semplificandone i meccanismi decisionali. In realtà, la totale delega del potere all’uomo o alla donna soli al comando indebolisce la partecipazione, il confronto e la condivisione delle scelte, che in tale modo divideranno ancora di più un paese già spezzato, frammentato da contrastanti interessi e smarrito, aumentando le tensioni sociali.
L’introduzione in Costituzione del principio elettorale maggioritario accentua inoltre la contrapposizione politica frontale tra schieramenti, schiacciando istanze sociali e di partecipazione civile. In tal modo il Parlamento e la stessa maggioranza di governo saranno costantemente sotto ricatto da parte del Capo del Governo e sarà tradito il ruolo fondamentale di garanzia del Presidente della Repubblica, della Corte Costituzionale e di altri organi costituzionali.
La stabilità dei governi, un più forte vincolo alle scelte degli elettori, una più chiara responsabilità degli eletti, una maggiore efficienza della democrazia parlamentare e un suo profondo rinnovamento sono possibili con norme ordinarie senza stravolgere la Costituzione, ma attuandola pienamente.
Anche l’autonomia regionale differenziata, come attuata dal disegno di legge del Governo costituisce una doppia trappola per i cittadini. Quelli delle regioni più povere e meno dotate di servizi, non avranno le risorse necessarie ad assicurare stessa qualità e quantità dei servizi ora disponibili nelle regioni economicamente e fiscalmente più ricche, approfondendo così le diseguaglianze. A quelli delle regioni più dotate di servizi e infrastrutture non basteranno le risorse trasferite per assicurare livelli già minacciati e sarà più consistente il ricorso alla privatizzazione delle prestazioni.
L’autonomia regionale differenziata proposta dal Governo spacca il Paese, frammenta le comunità, accentua l’iniquità sociale, anche nelle aree oggi più forti. In particolare in settori cruciali come la sanità o l’istruzione, i rischi di ulteriore impoverimento dei diritti sociali sono gravissimi. L’Italia ha bisogno di un regionalismo solidale, di un riequilibrio territoriale assicurato dallo Stato, di una vera responsabilità amministrativa degli enti territoriali, a partire da un rafforzamento di poteri e risorse per i comuni, non di un nuovo centralismo statale o regionale. Inoltre, l’elezione diretta dei presidenti prevista in molte regioni, moltiplica la centralizzazione del potere in poche mani.
L’attacco alla sostanza della Costituzione rivela un più ampio tentativo di riscriverne anche altre parti fondamentali. Questione democratica e questione sociale si legano proprio perché così le ha intrecciate la Costituzione nata dalla Resistenza, grazie all’ampio schieramento di forze politiche, sociali e culturali che l’anno scritta, un pluralismo patrimonio fondamentale per il presente e il futuro del Paese. Per questo la Costituzione innanzitutto va attuata in tutto il Paese e per tutte le cittadine e tutti i cittadini.

Organizzata da

Acli Provinciali di Modena aps, Cgil Modena, Gruppo Genitori AGEDO – Modena,  ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Modena,  Arci Modena,  Modena per la Costituzione - CDC Modena, Legambiente Modena, Libera Modena, Tam Tam di Pace Modena, Unione Universitaria - UDU Modena e Reggio Emilia

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Il 21 febbraio alla Sala G. Ulivi di Modena la conferenza per fare il punto
con Mauro Sentimenti, Stefano Tassinari e Gianfranco Pasquino

Continuano le iniziative del Comitato modenese per la Costituzione costituitosi lo scorso ottobre nell’ambito della mobilitazione nazionale lanciata da Acli e oltre 200 associazioni laiche e cattoliche per la difesa e attuazione della Costituzione e culminata nella manifestazione del 7 ottobre “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”.
Per mercoledì 21 febbraio è prevista la conferenza “Sbreghi alla Costituzione. Premierato e autonomia regionale differenziata: una democrazia a pezzi”.

L’appuntamento è alle ore 18 presso la sala Giacomo Ulivi in viale Ciro Menotti, 137.

Partecipano Mauro Sentimenti, avvocato, Direttivo nazionale Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Stefano Tassinari presidenza nazionale Acli e Gianfranco Pasquino professore emerito di Scienza Politica Università di Bologna. Coordina Vanni Bulgarelli, presidente Anpi Modena.

Per il Comitato modenese per la Costituzione, i disegni di legge governativi in via di approvazione sull’autonomia regionale differenziata e l’elezione diretta del capo del governo costituiscono un grave rischio per l’unità del Paese, l’uguaglianza tra i cittadini e per la democrazia parlamentare rappresentativa volute dalla Costituzione. Non sono provvedimenti complementari, ma parte di un unico disegno volto a concentrare il potere in poche mani.
Alla centralità del Parlamento, minata dalla perdita di autorevolezza del sistema politico, si vuole rispondere con la falsa idea che l’elezione diretta del capo del governo restituisca potere agli elettori e renda più efficiente la democrazia, semplificandone i meccanismi decisionali. In realtà, la totale delega del potere all’uomo o alla donna soli al comando indebolisce la partecipazione, il confronto e la condivisione delle scelte, che in tale modo divideranno ancora di più un paese già spezzato, frammentato da contrastanti interessi e smarrito, aumentando le tensioni sociali.
L’introduzione in Costituzione del principio elettorale maggioritario accentua inoltre la contrapposizione politica frontale tra schieramenti, schiacciando istanze sociali e di partecipazione civile. In tal modo il Parlamento e la stessa maggioranza di governo saranno costantemente sotto ricatto da parte del Capo del Governo e sarà tradito il ruolo fondamentale di garanzia del Presidente della Repubblica, della Corte Costituzionale e di altri organi costituzionali.
La stabilità dei governi, un più forte vincolo alle scelte degli elettori, una più chiara responsabilità degli eletti, una maggiore efficienza della democrazia parlamentare e un suo profondo rinnovamento sono possibili con norme ordinarie senza stravolgere la Costituzione, ma attuandola pienamente.
Anche l’autonomia regionale differenziata, come attuata dal disegno di legge del Governo costituisce una doppia trappola per i cittadini. Quelli delle regioni più povere e meno dotate di servizi, non avranno le risorse necessarie ad assicurare stessa qualità e quantità dei servizi ora disponibili nelle regioni economicamente e fiscalmente più ricche, approfondendo così le diseguaglianze. A quelli delle regioni più dotate di servizi e infrastrutture non basteranno le risorse trasferite per assicurare livelli già minacciati e sarà più consistente il ricorso alla privatizzazione delle prestazioni.
L’autonomia regionale differenziata proposta dal Governo spacca il Paese, frammenta le comunità, accentua l’iniquità sociale, anche nelle aree oggi più forti. In particolare in settori cruciali come la sanità o l’istruzione, i rischi di ulteriore impoverimento dei diritti sociali sono gravissimi. L’Italia ha bisogno di un regionalismo solidale, di un riequilibrio territoriale assicurato dallo Stato, di una vera responsabilità amministrativa degli enti territoriali, a partire da un rafforzamento di poteri e risorse per i comuni, non di un nuovo centralismo statale o regionale. Inoltre, l’elezione diretta dei presidenti prevista in molte regioni, moltiplica la centralizzazione del potere in poche mani.
L’attacco alla sostanza della Costituzione rivela un più ampio tentativo di riscriverne anche altre parti fondamentali. Questione democratica e questione sociale si legano proprio perché così le ha intrecciate la Costituzione nata dalla Resistenza, grazie all’ampio schieramento di forze politiche, sociali e culturali che l’anno scritta, un pluralismo patrimonio fondamentale per il presente e il futuro del Paese. Per questo la Costituzione innanzitutto va attuata in tutto il Paese e per tutte le cittadine e tutti i cittadini.

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Acli Provinciali di Modena aps, Cgil Modena, Gruppo Genitori AGEDO – Modena,  ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Modena,  Arci Modena,  Modena per la Costituzione - CDC Modena, Legambiente Modena, Libera Modena, Tam Tam di Pace Modena, Unione Universitaria - UDU Modena e Reggio Emilia

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“La via maestra”
Il 7 ottobre a Roma la manifestazione nazionale a difesa della Costituzione

Il 7 ottobre le Acli scenderanno in piazza a Roma per rilanciare la nostra Costituzione come “via maestra” di unità sociale e civile e per affermare che solo rispettando i principi iscritti nella nostra Carta Costituzionale si può aspirare ad un modello di democrazia compiuta. Insieme alla CGIL e a più di cento associazioni e organizzazioni della società civile, le Acli manifesteranno per chiedere pace, lavoro e dignità.

A preoccupare sono in particolare le condizioni e la tenuta del welfare e delle politiche della salute, l’assenza di risposte sul lavoro povero e “dispari”, l’emergenza educativa, la mancanza di politiche strutturali e di prevenzione soprattutto sull’ambiente e sul territorio e, non ultimo, i ritardi nel sostegno verso le popolazioni dell’Emilia Romagna.

Le scelte del Governo sembrano andare nella direzione di ridurre i sostegni a chi è più debole, come avvenuto con l’abolizione del reddito di cittadinanza o come avviene con il reiterato attacco a chi soccorre vite umane nel nostro mare.

A ciò si accompagna un’assenza di visione d’insieme e di unità del Paese, evidente nella proposta di Autonomia Differenziata che, se approvata in quella forma, creerebbe solchi tra regione e regione. La solidarietà nazionale non si difende con l’avvento di un premierato, ma al contrario con una riforma dei partiti e del loro funzionamento democratico e con meccanismi elettorali che ridiano potere agli elettori.

Sarà anche l’occasione per ricordare che l’Italia ripudia la guerra e che il nostro Governo e l’Europa stanno facendo troppo poco per avviare serie iniziative di Pace.

L’appuntamento è per sabato 7 ottobre, alle 12:00, nei pressi di Piazza Esedra (Stazione Termini), per arrivare alle 13.30 in piazza San Giovanni. Le Acli invitano tutti a partecipare a questo importante appuntamento per difendere la Costituzione e il diritto ad un lavoro dignitoso.

In allegato l’appello integrale alla manifestazione.

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Un incontro online insieme al presidente Acli Emiliano Manfredonia
Il racconto della missione in Polonia e Ucraina

Oggi alle ore 18 ci sarà un incontro online molto imporante organizzato da Emiliano Manfredonia, presidente nazionale Acli, in rientro da una  in Polonia ed Ucraina a Leopoli. 

"Ciò che ci ha mosso è stato il bisogno di portare la nostra solidarietà e vicinanza a chi sta vivendo il dramma di questa guerra. Non è sicuramente qualcosa di risolutivo ma ne sentivamo il bisogno anche per comprendere come orientare le azioni che in modo diffuso e generoso le Acli tutte stanno mettendo in campo.

Non siamo ancora in Italia, ci sono ancora più di 1000 km di furgone prima dell'arrivo a Roma e ci vorrà qualche tempo per metabolizzare l'esperienza e per definire assieme (in particolare come Acli, Patronato ed Ipsia) le piste concrete di lavoro. 

 

Sentivamo però il desiderio di una prima condivisione del racconto con tutti gli aclisti che lo desiderano in un primo momento che può essere giovedì 7 aprile alle 18.00 online

 (Fai clic qui per partecipare alla riunione)

 

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La piaga del gioco d'azzardo
L'inchiesta svolta da Acli insieme a Federconsumatori e Arci

Quanto impatta il gioco d’azzardo sulle nostre vite?

Questa è la ragione dell’inchiesta svolta nella nostra provincia  per capire il rapporto tra i modenesi e il gioco. Una indagine resa complessa dalla difficoltà di ottenere ed esaminare i dati e che comporta importanti limitazioni.

Ci occupiamo dei fenomeni principali degli ultimi anni, per la prima volta con dati territoriali: il gioco online e il Gratta&Vinci, attività  più tollerata e considerata la meno rischiosa, ma che muove cifre imponenti, causando dipendenze e patologie.

Questa è una provincia dove tanto si è lavorato, da parte della Sanità Pubblica, delle Amministrazioni Locali, della Scuola, del Terzo Settore, sui temi dell'azzardo patologico e del suo contenimento, della sua prevenzione e cura. Un lavoro collettivo che nella nostra regione si   espresso ai massimi livelli, con una cornice di grande spessore, come quella della normativa regionale. Tra i tanti soggetti attivi ci siamo anche noi delle Acli con Federconsumatori e Arci.

Acli e Arci hanno incentivato quei giochi che sono occasione di aggregazione e di crescita culturale. Abbiamo partecipato ad incontri con le Amministrazioni Locali, condiviso e proposto iniziative; Federconsumatori ha aperto Sportelli dedicati al sovraindebitamento da azzardo, a Modena e a Soliera, quest'ultimo grazie all'interessamento dell'Amministrazione locale.

Ed ecco, quindi, il preoccupante risultato di questo lavoro.

Qui puoi vedere il servizio realizzato da TvQui cliccando su questo link

https://youtu.be/oSfl8PLxil5N0

Clicca QUI per scaricare il documento completo in pdf.

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Il futuro è donna
Buon 8 marzo dalla presidente Silviana Siggillino

"Datemi una donna e vi solleverò il mondo!" Mi perdonerà Archimede, ma è certo che il mondo, la storia, sono fatti del lavoro delle donne, che nel corso di secoli e millenni, ore e giorni hanno tessuto la vita. Intrecci di relazioni, fatiche, scoperte, condivisioni, lotte, dolore, dedizione, attenzione, soprusi, vittorie, combattimenti. Le donne sono il vero filo rosso della storia. Il primo pensiero va alle donne ucraine, alla forza e resilienza che stanno dimostrando, alle coraggiose donne russe che manifestano contro questa guerra. Tutte le donne affrontano un doppio/ triplo lavoro, fuori e dentro casa, con la testa sempre occupata a tenere insieme più cose, se stesse, i genitori, i figli, i compagni, gli amici, il lavoro. Le donne ci sono sempre, quasi non ci facciamo caso, in ogni momento della storia dell' umanità.

Sono il nostro punto fermo. Non diamole per scontato. Non lo sono!

Voglio ricordare e ringraziare innanzitutto quelle che, in questi anni faticosi, hanno perso il lavoro, tutte quelle che hanno dovuto fare delle scelte difficili, quelle che hanno fatto i salti mortali dividendosi in quattro contemporaneamente. Qualcuno ancora pensa che, se qualcuno deve rinunciare al lavoro, alla dignità, al rispetto, quel qualcuno deve essere prima di tutto una donna. Quel qualcuno non ha studiato storia abbastanza.

Personalmente voglio ringraziare tutte le donne che stanno lavorando per le Acli, per tutti voi. Dietro a ciascuna di loro c'è un mondo, ma loro sono sempre lì, ad accogliervi con cpmpetenza e un sorriso, ad ascoltarvi, ad aiutarvi a trovare una soluzione giusta.

Ringrazio le donne che lavorano in Acli, con le Acli e per le Acli (alcune le vedete qui ): le dipendenti, le volontarie, le presidenti di circoli e Associazioni, quelle del impegnate in politica e le socie tutte.

Senza di noi il mondo non va avanti. Il Futuro è Donna.

Buon 8 marzo a tutte e a tutti!

Silviana Siggillino

Presidente Acli Provinciali di Modena

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Assemblea Aif
L'11 marzo l'elezione dei delegati

L’11 marzo, presso la sede delle Acli in via Morandi 42 (ore 17) si terrà l’assemblea di sezione dell’Aif  di Modena durante la quale si eleggeranno i 4 delegati che parteciperanno al II congresso nazionale che si terrà il 2 aprile 2022 dal

”Un’Associazione professionale a servizio delle Famiglie”.

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Un aiuto per i carcerati
nella giornata nazionale dei poveri

A seguito della giornata nazionale dei poveri, quest'anno la nostra diocesi ha individuato i carcerati. A seguito della pandemia ancora di più vivono isolati, con enormi limitazioni anche nelle attività di reinserimento sociale, che invece sarebbero così importati per permettergli una vita alternativa, nel momento in cui finisce la pena. All'interno, l' amministrazione penitenziaria garantisce una fornitura minima di prodotti per la cura e l' igiene personale.

Per loro sono importanti anche quaderni, block notes, su cui appuntano pensieri, lettere, studiano.

Perciò come Acli modenesi abbiamo pensato a questa iniziativa e vi chiedo di aderire e partecipare diffondendola ad amici e associati.

Il materiale raccolto si potrà portare in Sede o presso il Gruppo di Acquisto Gas insieme a Modena. L' Associazione carcere-citta', attiva all' interno delle carceri di Modena e Castelfranco provvederà a ritirarli e distribuirli.

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Le donne e il lavoro
Il 30 ottobre un incontro per discuterne al Teatro Tempio

Venerdì 12 novembre, alle ore 20, al Teatro Tempio di Modena (viale Caduti in Guerra 192) si terrà una serata dedicata alla sensibilizzazione al tema della violenza contro le donne.

A organizzarla le Acli provinciali di Modena, il Salotto culturale Modena e Acli Arte e Spettacolo.

L’argomento sarà approfondito grazie ai contributi e agli interventi di Grazia Baracchi, assessora Pari Opportunità del Comune di Modena, Francesca Maletti, consigliera della Regione Emilia Romagna, Silviana Siggillino, presidente Acli Modena, Gabriella Alboresi, avvocata esperta nei diritti di tutela della donna, Alessandra Righini, direttivo Acli Donne Emilia Romagna, Vania Franceschelli, consulente finanziario e Romina Gobbo, giornalista.

Al termine dell’incontro un omaggio a Gabriella Ferri, anima della canzone popolare, che sarà celebrata sul palco dalla voce di Sabrina Gasparini accompagnata dal violino di Gen Llukaci e dal pianoforte di Denis Biancucci.

Il concerto è la prima di un progetto originale che sarà poi rappresentato sul territorio Nazionale. Gli arrangiamenti del Maestro Denis Biancucci portano un carattere innovativo, la canzone popolare sintetizzata per 2 strumenti, il pianoforte e il violino, oltre la voce ovviamente.

Il repertorio vedrà protagonista i grandi classici interpretati dalla Ferri, artista immensa e spesso dimenticata tra cui Sinnò me moro, Nannì, Gita a li castelli, Nina se voi dormite, Grazie alla Vita, Er barcarolo romano, Sempre, Dove sta Zazà, La società de magnaccioni, Sora Menica

Ingresso con green pass 5 euro.

Per prenotazioni è possibile inviare una mail a info@salottoculturalemodena.it

oppure un messaggio WhatsApp al numero 392 0512219.

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Le donne e il lavoro
Il 30 ottobre un incontro per discuterne al Teatro Tempio

Il 30 ottobre, dalle ore 17, al Teatro Tempio di Modena (viale Caduti in Guerra 192) le Acli provinciali di Modena e il Coordinamento Donne Acli dell’Emilia Romagna presentano un incontro per fare il punto sulla situazione femminile dal titolo “Le donne, il lavoro: arte e questione sociale”.

A trattare l’argomento ci saranno Monica Maffei, presidente del Coordinamento Acli Donne dell’Emilia Romagna, che parlerà delle condizioni di lavoro delle donne dopo il Covid.

Alessandra Righini, invece, nota storica dell’arte, affronterà il tema del lavoro nella Collezione Verzocchi.

Il tutto sarà sottolineato dagli intermezzi artistici di Sabrina Gasparini, Isabella Dapinguente e Claudio Ughetti legati dal fil rouge dell’arte e la questione sociale.

L’ingresso è libero e gratuito.

Green Pass obbligatorio.

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Siamo solo noi
Il mondo associativo e dello spettacolo promuove la campagna di vaccinazione Anti-Covid19.

Anche le Acli sono tra i promotori della campagna vaccinale sostenuta dal Comune di Modena e dalla Ausl insieme ad Arci,  ConfCommercio Modena, Silb Modena, Forum Provinciale Terzo Settore Ancescao, Anpi, Csi, LegaCoop e Uisp attraverso le realtà culturali, sportive, dello spettacolo, della musica e della danza, profit e no profit, hanno unito le forze per dare un’ulteriore spinta alla campagna vaccinale e alla sua promozione attraverso l’iniziativa “Siamo solo noi”, un programma di mostre, spettacoli ed eventi che avranno luogo, a rotazione, nell’Hangar 2 tutti i venerdì e sabato di ottobre dalle 18 alle 24.

L’obiettivo è sostenere la profilassi anti – virale per riprendere, con cautela, a vivere la socialità

Attraverso il link sottostante si potrà accedere alla vaccinazione

https://www.siamosolonoi.top/prenotazione/?fbclid=IwAR2i-MX0fDHkQYR_n5U3w9YIlXyDIz8huamAJVsrAWIjS6tN2C7z8GGjx-o

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Acli, Arci e Federconsumatori: siglato un accordo di collaborazione

Accordi di collaborazione per molti versi storici, quelli sottoscritti stamattina dai Presidenti provinciali di Acli, Arci e Federconsumatori di Modena, Silviana Siggillino, Annalisa Lamazzi e Marzio Govoni. Tre tra le più importanti APS (Associazioni di Promozione Sociale) della nostra provincia hanno deciso di costruire, per la prima volta, un intenso percorso di collaborazione su attività in gran parte innovative.

Arci è presente a Modena con 160 Circoli, fisici e tematici, e nel 2019 ha superato i 50.000 associati. Acli ha 20 Circoli, e rappresenta inoltre 12 Unioni Sportive e 11 circoli di arte e spettacolo, per oltre 5.000 associati a livello provinciale. Federconsumatori Modena nel 2019 ha raggiunto i 4.200 associati, prima struttura territoriale per Federconsumatori a livello nazionale.

Arci e Acli, sono alle prese con una fase intensa: la ripartenza in sicurezza della gran parte dei propri Circoli, dopo un lunghissimo stop ed i tanti problemi conseguenti.

Ora le due Associazioni, assieme a Federconsumatori, guardano in avanti, progettando un futuro dove diventerà strategico riuscire a fare rete tra soggetti che hanno importanti punti in comune. Tra questi la visione comune di una società che riduca le diseguaglianze, che metta al centro la dignità delle persone, a partire dai soggetti svantaggiati, operando per una generale crescita culturale e per la tutela dei diritti umani e civili. ACLI, ARCI e Federconsumatori sono soggetti che promuovono la partecipazione attiva delle persone, che ricercano l'affermazione e la promozione della cultura della Legalità, l'integrazione sociale dei migranti, reali pari opportunità uomo-donna, la difesa dell'ambiente, il cambiamento di politiche di sviluppo che non considerano la finitezza delle risorse del pianeta.

Con gli accordi oggi sottoscritti le tre Associazioni si sono tra l'altro impegnate a promuovere  assieme il benessere e la salute delle persone, a sostenere percorsi di invecchiamento attivo di anziane e anziani, a contrastare ogni forma di emarginazione e di esclusione sociale, come quelle derivanti dal lavoro precario e mal retribuito, in particolare dei giovani.

In collaborazione con l'Azienda USL ci si propone di coinvolgere gli associati alle tre APS relativamente alla diffusione di corretti stili di vita, alla prevenzione, al contrasto delle dipendenze.

Parte rilevante degli accordi riguarda la difesa dei diritti dei Consumatori, l'educazione al consumo critico, ad un turismo sostenibile e consapevole, la valorizzazione di buone pratiche come le filiere corte, l'autodifesa dei cittadini da truffe e raggiri, la conoscenza del mercato dell'Energia. Tutti temi che saranno oggetto di iniziative comuni, nei Circoli e nel territorio. Si darà il via ad un gruppo di lavoro attorno ad ulteriori possibili progetti, mentre sono previste facilitazioni nell'iscrizione a Federconsumatori da parte degli associati Arci e Acli, che a loro volta prevederanno facilitazioni per gli associati Federconsumatori.

Quindi tanti buoni propositi ed un programma ambizioso: quello di fare Comunità, di collegarsi in rete nel rispetto delle storie, delle autonomie e delle specificità di ognuno.

 

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Fare la differenza. Il contributo delle donne per la crescita della società e della democrazia

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Il rispetto delle regole democratiche richiederebbe che la metà della popolazione mondiale, quella femminile, avesse una paritaria rappresentanza negli organismi direttivi e nelle istituzioni, ma anche nella società in generale. Tuttavia, ciò tarda a verificarsi, anche nel Paese occidentale più avanzato, che spesso viene preso a riferimento per la capacità di innovazione sociale.

In un mondo sferzato dalla pandemia questo tema è tutt’altro che secondario; diviene, anzi, centrale, considerando la stessa gestione dell’emergenza sanitaria e il funzionamento della democrazia, affinché non si producano ulteriori linee di frattura e di discriminazione oltre quelle già aperte, che l’emergenza sanitaria rischia di dilatare.

L’epidemia ha evidenziato che le donne sono ancora vittime di disuguaglianze che le svantaggiano. Durante questi mesi di crisi si sono ininterrottamente impegnate in attività di produzione e riproduzione sociale, pur esposte a molteplici pericoli. Sono in prima fila nella guerra al virus, perché concentrate nelle professioni direttamente coinvolte nell’azione di contrasto o nelle attività essenziali. La segregazione professionale ha femminilizzato alcuni settori, tradizionalmente legati alla cura e ai servizi, che sono però anche i più investiti dalla crisi sanitaria. In un mercato del lavoro come quello italiano, dove la componente femminile prevale tra chi ha un contratto precario o a termine, è questa ad essere più esposta al rischio di perdere l’occupazione.Come in tutte le pandemie mondiali a rischio c’è anche l’incolumità delle donne e la loro salute, a partire da quella sessuale e riproduttiva, perché le risorse dirottate per contrastare il virus possono comportare maggiori rischi di mortalità materna e neonatale. Senza contare la crescita delle forme di violenza sulle donne registrata in pandemia.

Ciò che, invece, appare evidente è che occorre “fare la differenza”, segnando una discontinuità netta rispetto al passato e aprendo davvero al contributo che la diversità di genere può apportare. Il divario tra i sessi è lontano dall’essere superato ma l’apporto femminile può imprimere una svolta, specialmente in tempi difficili come quelli presenti, se si creano le condizioni per l’espressione delle potenzialità femminili. Purtroppo il 2020 ha segnato una battuta d’arresto nel superamento delle disuguaglianze di genere, se non un’inversione di tendenza, a causa del Covid-19. Bisogna necessariamente ripartire da qui, se si vuole rilanciare il Paese.

 

Coordinamento Donne Acli

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A Modena Acli e Arci insieme in difesa dei Circoli

Le Presidenti provinciali di ACLI MODENA APS Silviana Siggillino e di ARCI Modena APS Annalisa Lamazzi prendono una forte posizione sulle drammatiche condizioni dei circoli socio ricreativi del territorio lanciano un appello agli amministratori locali per chiedere un impegno concreto.

I nostri Circoli ACLI e ARCI, chiusi ormai da ottobre (e alcuni anche da marzo 2020)  per le misure anti-Covid, con le attività sospese, con gli affitti e le utenze da pagare e con ristori insufficienti, non ce la fanno più, sono allo stremo, e molti di loro purtroppo non potranno più riaprire quando sarà  passata l’emergenza legata alla pandemia, impoverendo ulteriormente le comunità territoriali di preziosi luoghi di incontro e di presenze storiche radicate. Ricordiamo inoltre che da mesi lavoratori e volontari sono rimasti senza la possibilità di attivarsi per la comunità e tantissime socie e soci sono privi dei loro spazi di socialità, solidarietà e partecipazione”.
Non possiamo accettare tutto questo senza far sentire, ancora una volta, in tutti i modi che ci sono concessi, la nostra voce: noi vogliamo esserci, vogliamo continuare ad essere riferimenti di inclusione e di solidarietà per tutto il paese.

Il parere di non ammissibilità dell’emendamento ‘salva-circoli’, che, se approvato, avrebbe consentito ai circoli la somministrazione di cibo e bevande ai propri soci, nel rispetto dei protocolli stabiliti per le attività economiche aventi analogo oggetto, mette ancora più in difficoltà il mondo dell'associazionismo di promozione culturale e sociale del Terzo Settore. Siamo consapevoli del carattere complementare che l'attività di somministrazione riveste nei confronti delle principali attività ricreative e culturali, ma, in questa fase emergenziale, dopo mesi di chiusura, chiediamo di non ignorare l'importanza di questa fonte di autofinanziamento che permette ai circoli di far fronte alle ingenti spese fisse delle loro sedi.

Il Fondo di 70 milioni a sostegno del Terzo Settore, istituito a novembre, potrebbe essere il primo contributo statale da inizio pandemia per tutti quei circoli e associazioni privi di partita iva, che non hanno quindi potuto beneficiare dei ristori stanziati per le attività commerciali, ma il decreto che ne delineerà modalità e criteri di ripartizione tarda ad arrivare e ad oggi non sappiamo se sarà in grado di fronteggiare il numero di domande.

La chiusura di questi spazi di incontro e aggregazione, che rendono così viva e ricca la nostra provincia ha inflitto un grosso   colpo alla socialità, alla prossimità e al mutualismo. L'emergenza sanitaria non è affatto terminata, ne siamo consapevoli, chiediamo però di non venire penalizzati per poter riprendere in sicurezza le attività di base che ci consentiranno in un secondo momento di ripartire e non perdere il tessuto associativo. Ci siamo attivati immediatamente per osservare tutte le norme di sicurezza, i circoli si sono dimostrati in grado di gestire gli associati nel rispetto dei protocolli, ma non è stato sufficiente e ad oggi non sappiamo quando e in quanti potremo riaprire.

In una nota congiunta, i Presidenti Nazionali di Acli e Arci  hanno ricordato che “Le associazioni del Terzo settore hanno dimostrato di essere un collante fondamentale, soprattutto in un momento di estrema difficoltà come quello che stiamo attraversando, e dovrebbero essere aiutate a non chiudere.

Per questo, anche noi facciamo appello ai sindaci ed al presidente della Regione affinché, per quanto di loro competenza, ci sostengano e ci diano la possibilità di riaprire anche con orari e attività ridotti come consentito ai soggetti commerciali rispettando tutte le misure anti Covid previste dai protocolli vigenti.

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